A tutti i soci e agli amici del Centro Studi e alle loro famiglie, ovunque nel mondo, gli auguri più fervidi di un 2016 sereno e ricco di realizzazioni.
Vito Ailara Presidente
A tutti i soci e agli amici del Centro Studi e alle loro famiglie, ovunque nel mondo, gli auguri più fervidi di un 2016 sereno e ricco di realizzazioni.
Vito Ailara Presidente
Pubblichiamo il calendario delle attività promosse dal Centro Studi con la collaborazione del Comune per mantenere viva la memoria dell'arrivo a Ustica, nel 1926, di Antonio Gramsci e dei confinati politici antifascisti, del quale ricorre il novantesimo anniversario. Seguirà il programma delle attività previste per l’intera stagione estiva.
1926-2016
90 anni dall’arrivo a Ustica di Gramsci
e dei confinati politici antifascisti
25 giugno Inaugurazione della mostra documentaria
Il Confino politico a Ustica 1926-1927— “Immotus nec iners”
h. 19.00 Antico Palazzo Municipale
15-16 luglio Proiezione del docufilm Gramsci44
h. 22.30 Auditorium Comunale
25 luglio Presentazione del libro A scuola di dissenso di Ilaria Poerio
h. 18.00 Centro Accoglienza AMP
26 luglio Itinerario del confino: visita di luoghi legati alla vita confinaria
h. 17.00 Partenza dal Centro Studi
26 luglio Tavola rotonda su
Confinati politici antifascisti: da perseguitati a costruttori di democrazia.
h. 18.00 Centro Accoglienza AMP
26 luglio Una serata al Museo archeologico sul filo della memoria
h. 22.30 Museo Civico Archeologico “P. Carmelo Seminara”
3 agosto Presentazione catalogo della mostra Il Confino politico a Ustica 1926-27
h. 18.30 Centro Accoglienza AMP
23 agosto Annullo postale con impronta dedicata al 90° del Confino
Presentazione cartolina sul confino politico 1926-27
h.17-22 Piazza Umberto I
23 agosto Presentazione cartolina sul confino politico 1926-27
h. 17,00 Piazza Umberto I
Una raccolta di rare e pregevoli opere pittoriche e bibliografiche, proveniente dal patrimonio storico-artistico del Museo Ignazio Mormino di Villa Zito a Palermo (Fondazione Banco di Sicilia), compone la mostra “L’Isola dei vulcani” esposta nel 2006 nei locali del vecchio Municipio.
Cinquanta le opere esposte fra incisioni, gouaches e volumi illustrati che mettono ampiamente in risalto il fascino ed il mito che le eruzioni vulcaniche hanno sempre destato. Nella seconda metà del Settecento le scoperte archeologiche degli scavi di Ercolano e Pompei, la descrizione dei templi di Paestum fatta da Winckelmann, la serie delle incisioni che li illustravano eseguite da Gian Battista Piranesi, l’impossibilità di visitare la Grecia liberamente in quanto in mano all’Impero ottomano, la grande produzione di studi sulla Sicilia greca e l’evoluzione del gusto che vedeva nell’arte dell’antichità classica i modelli di una perfezione che bisognava instaurare nel mondo, spinsero molti poeti, pittori, nonché aristocratici e facoltosi borghesi ad affrontare il viaggio in Sicilia. Le rivelazioni dei viaggiatori, naturalisti e vulcanologi, ispirati dal razionalismo illuminista, da Patrick Brydone a William Hamilton, dal Compte de Borch a Déodat de Dolomieu, da Lazzaro Spallanzani a J. A. de Gourbillon, sulle ascensioni dell’Etna e dei vulcani delle Eolie, e le descrizioni del paesaggio, delle grandiosi eruzioni e dei fenomeni vulcanologici, alimentano un richiamo irresistibile per studiosi, geologi o eruditi alla ricerca dell’emozione e dell’avventura. Le immagini che maggiormente caratterizzano questa esposizione sui vulcani in Sicilia sono quelle delle opere pittoriche a la gouache, tecnica molto diffusa a Napoli nel vedutismo dei primi anni della Scuola di Posillipo tra Settecento e Ottocento e che riscuote successo anche in Sicilia quando le vicende storiche costringono la corte borbonica a trasferirsi da Napoli a Palermo.
Non meno rilevanti sono il segno grafico e la forza espressiva che si ritrovano nelle vedute incise, come nelle acquetinte dei crateri in eruzione di Stromboli e di Vulcano mutuate da opere di Luigi Mayer; nelle rare acqueforti seicentesche che riprendono i crateri dell’Etna in eruzione, come nell’incisione a bulino di Franz Huys del 1632 Freti siculi sive Mamertini vulgo il faro…, ripresa da un’incisione di Pieter Brueghel, che compie un viaggio in Sicilia tra il 1552 e il 1556; nell’originale veduta dell’isola Ferdinandea sorta nel canale di Sicilia da attività vulcaniche sottomarine; nelle raffinate piccole acquetinte tratte dal resoconto di viaggio di J. B. Cockburn pubblicato nel 1815, nonché nelle vedute e carte geografiche che riguardano Ustica, anch’essa isola di origine vulcanica. In mostra erano inoltre presenti tredici volumi di grande interesse storico e iconografico quali, fra i più rilevanti, Campi Phlegrei, ou observation sur les volcans des Deux Sicilies di William Hamilton, pubblicato a Parigi nel 1799, le cui tavole comprendono 76 vedute, tutte colorate a mano all’acquerello e alla gouache, che illustrano i vulcani dell’Italia meridionale ed insulare, le più importanti coeve eruzioni; i due Voyage pittoresque des isles de Sicilie… di Jean Houel e di Richard de Saint-Non-Dominique Vivant Denon, pubblicati rispettivamente a Parigi tra il 1771 ed il 1787 e tra il 1781 e il 1786, nonché l’opera Die Liparischen Inselndi Ludovico Salvatore Asburgo-Lorena arciduca d’Austria, comprendente otto volumi per le sette isole Eolie e un volume interamente dedicato a Ustica, pubblicati a Praga da Heinr Mercy Sohn tra il 1893 e il 1898.
Nel centenario della lunga sequenza sismica che colpì Ustica nel 1906, e che portò alla completa evacuazione della popolazione dell’isola tra marzo e aprile dello stesso anno per il timore di una ripresa dell’attività eruttiva, L’Isola dei vulcani ha voluto rappresentare anche un momento di studio e riflessione sulla difficile convivenza dell’uomo con le forze della natura.
Per approfondimenti leggere l’articolo:
* Francesco Buccheri, L’ Isola dei Vulcani, in Lettera n. 23-24 maggio-dicembre 2006.