Documenti e Reperti Isola di Ustica
-
Galleria
Raccolta di foto storiche sull'Isola di Ustica
-
Bibliografia
Bibliografia sui testi dedicati ad Ustica
Raccolta di foto storiche sull'Isola di Ustica
Bibliografia sui testi dedicati ad Ustica
Domani 11 maggio inizia a Ustica il POF (Piano dell’Offerta Formativa) dal titolo «Il confino politico ad Ustica: un “laboratorio privilegiato” di collettivi antifascisti» concordato con il Liceo Scientifico Einstein di Palermo.
Ospiteremo nel nostro Centro Studi gli alunni di due quinte classi per illustrare l’esperienza straordinaria vissuta a Ustica nel 1926 quando il regime fascista mandò al confino oltre 600 oppositori politici. Agli studenti che vengono a indagare questa pagina di storia faremo visitare i luoghi della memoria più rappresentativi (case, cameroni, celle, caserme, scuola) e descriveremo difficili condizioni di vita dei confinati col supporto di foto e di scritti dei protagonisti, tratti da pubblicazioni e da atti di archivio. Metteremo inoltre in evidenza le esperienze di vita comune dei confinati, che a Ustica costiturono il primo nucleo della Resistenza, trasformando così il confino in una esperienza costruttiva.
Responsabile del progetto per il Liceo “Einstein” la Prof.ssa Agatina D'Ancona; per il Centro Studi il Presidente Vito Ailara.
Una significativa e preziosa mostra documentaria, esposta nel 2004 in occasione del IV Seminario sugli esiliati libici durante il periodo coloniale, promosso dall’Istituto storico Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal Libyan Studies Center, con foto e documenti che coprono un periodo di ventitre anni, dal 1911 al 1934, dall’Italia coloniale di Giolitti a quella imperialistica di Mussolini. La mostra, attraverso immagini e documenti, ripercorre la vicenda dei libici deportati a più riprese nell’isola, non tralasciando di aprire una finestra sullo scenario delle condizioni di vita della popolazione locale. Era il 28 ottobre 1911, quando dalla nave Rumania sbarcarono nell’isola, scortati da Bersaglieri, novecentoventi libici, deportati come ritorsione ad azioni di resistenza all’invasione italiana. I libici, debilitati dai gravi disagi del lungo viaggio, dagli stenti, dalle condizioni igieniche precarie dei cameroni in cui furono poi alloggiati, furono colpiti da colera e da altre affezioni. Centotrentadue di loro morirono di stenti e furono sepolti in una parte del cimitero locale, il cosiddetto Cimitero degli arabi, e ciò nonostante l’azione umanitaria e civile del Delegato di Pubblica Sicurezza Antonino Cutrera, che evitò che la colonia penale finisse per costituire un “immenso cimitero”.
Accanto alla vicenda dei libici emerge il quadro poco confortante delle condizioni di vita della popolazione locale: l’esposizione al contagio di colera, il razionamento dell’acqua, lo stretto rapporto con i regolamenti restrittivi della colonia penale. Senza contare -in un’isola dalle risorse scarsissime- la ricaduta negativa, sul piano economico, del trasferimento dei confinati comuni, forza lavoro e consumatori al contempo, per far posto ai libici. Altri settecentosettantotto verranno sbarcati nel 1915 dal piroscafo Re Umberto e, nel 1916, i deportati libici diventeranno più di milletrecento. Cambia però la loro composizione sociale, comprendendo anche molti notabili: gli uomini della resistenza, che si era venuta consolidandosi dopo il 1912. Anche il rapporto con la popolazione locale cambia: una foto di gruppo testimonia la familiarità anche con le autorità civili e militari dell’isola.
Tuttavia, altri centoquarantuno fra i deportati troveranno sepoltura nell’isola. Ma il flusso delle deportazioni non cesserà, anzi arriveranno altri dignitari e capi della potente confraternita della Senussia, considerati traditori e quindi colpiti dalla repressione italiana. La loro posizione giuridica spesso era complessa: ostaggi politici e nel contempo ospiti di riguardo, alcuni stipendiati lautamente dal regime.Fu facile quindi per loro avere maggiore considerazione dalla popolazione locale e stabilire anche rapporti privilegiati con i confinati politici italiani presenti nell’isola.
Itinerario della mostra:
Ustica – Inaugurazione della mostra nella Sala convegni della Area Marina Protetta, quarto convegno sul tema Gli esiliati libici durante il periodo coloniale organizzato dall’Istituto storico per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) e dal Centro Libico per gli Studi Storici, ottobre 2004. Ustica – Celle del Fosso, aprile-luglio 2005. Isole Tremiti – Sala delle Esposizioni, itinerario organizzato da Comune di Ustica, Comune delle Tremiti e Ambasciata libica in Italia, giugno 2010. Ustica – Antico Palazzo Municipale, itinerario organizzato da Comune di Ustica, Comune delle Tremiti e Ambasciata libica in Italia, luglio 2010. Tripoli – Centro Libico per gli Studi Storici, itinerario organizzato da Comune di Ustica, Comune delle Tremiti e Ambasciata libci in Italia, luglio 2010. Milano - Università degli Studi, Scalone della Presidenza, Seminario Interdisciplinare Interfacoltà Interuniversitario su Beni comuni organizzato dalla Facoltà di Scienze politiche, maggio 2011. Sesto San Giovanni – Villa Visconti d’Aragona, tavola rotonda Dal passato al presente: antiche deportazioni e nuove “migrazioni” forzate, organizzata dalla Biblioteca Civica, maggio 2011. Besana Brianza, Centro sportivo di Montesiro, Festa Provinciale Monza e Brianza A.N.P.I., giugno 2011. Milano, Auditorium Civica scuola Media Alessandro Manzoni, Il Colonialismo Seminario di formazione, Comitato italo-libico Ma’an li-I Ghad Insieme per il Domani, novembre-dicembre 2011. La Spezia, Lega dei porti, Archivi Multimediali Sergio Fregoso - Centro culturale giovanile Dialma Ruggiero, tavola totonda a cura dei Servizi Culturali del Comune di La Spezia e dell'Autorità Portuale di La Spezia,dell'Associazione Culturale Mediterraneo e del Comitato italo-libico Insieme per il domani, gennaio-febbraio 2012. Saronno - Liceo Scientifico G.B.Bassi- presentazione della prof. Cristiana Fiamingo e Vito Ailara.
per approfondimenti leggere gli articoli: