Vito Ailara, usticese di nascita, cultore di storia locale, è autore di numerosi saggi che ricostruiscono e valorizzano le vicende passate dell’isola. È Socio fondatore e segretario del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica, redattore di «Lettera» e responsabile del Museo della Civiltà contadina e marinara.
Massimo Caserta, usticese, insegna materie letterarie nelle scuole fiorentine. È Socio fondatore del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica per il quale ha diretto dal 1997 al 2007 il Periodico «Lettera», di cui è attualmente redattore. È inoltre direttore della collana Le Ossidiane, edita dallo stesso Centro Studi.
Le immagini e i documenti del volume, corredati di didascalie e testi, frutto della decennale attività di ricerca del Centro Studi e Documentazione isola di Ustica, vogliono proporre alla riflessione generale le vicissitudini di quei Libici a più riprese coattivamente trasferiti nell’isola di Ustica dal 1911 al 1934: un arco di tempo di ventitre anni, compreso fra l’Italia colonialista e liberale di Giolitti e quella imperialistica del fascismo, lungo il quale lunghe processioni di arabi, colpiti dalle indiscriminate azioni di polizia coloniale, avviate dalla occupazione italiana della Libia, venivano sbarcati in catene sull’isola e condotti nei cameroni, dove continuò a consumarsi la loro tragedia. Molti di loro, vi morirono di stenti e malattie, vittime della ubriacatura nazionalista e bellicista del nostro paese in quel periodo, e non fecero più fare ritorno in patria. La loro presenza segnerà profondamente la storia dell’isola, coinvolgendola in un rapporto diretto e prolungato con il popolo libico.